![Cgia, meno prestiti ma più autofinanziamento per le imprese](https://www.lindependance.lu/media/shared/articles/cd/bc/9c/Cgia--meno-prestiti-ma-pi---autofin-616161.jpg)
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Cgia, meno prestiti ma più autofinanziamento per le imprese
In 13 anni -33% dei finanziamenti e +137% dei depositi bancari
Sempre più imprenditori avrebbero deciso di non rivolgersi più agli istituti di credito, risolvendo lo storico problema della mancanza di liquidità attraverso il ricorso all'autofinanziamento, apportando capitali propri, di imprenditori e soci, o di terzi attraverso il mercato dei capitali e l'azionariato diffuso. Lo afferma un'analisi dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia). A fine 2011, quando iniziò la crisi dei debiti sovrani, i prestiti bancari alle imprese italiane ammontavano a 995 miliardi di euro; verso la fine del 2024 la quota è scesa a 666 miliardi (-329 miliardi) con una contrazione del 33%. Nello stesso arco temporale i depositi bancari delle aziende sono passati da 219 a 519 miliardi (+300 miliardi) pari a un +137%. Tra il novembre 2011, picco massimo dei prestiti alle imprese, e lo stesso mese del 2024 (ultimo dato disponibile), la maggiore contrazione delle consistenze si è verificata nel Centro (-42,6%) e nel Sud (-42,4%). In termini assoluti la riduzione più importante ha interessato il sud con un calo di 118,1 miliardi. A livello provinciale le flessioni più significative si sono verificate a Siena (-59,1%), Savona (-58,9%), Siracusa (-56,8%), Novara (-53,8%) e Rovigo (-52,4%). Le uniche province che hanno il segno più sono Trieste (+1,4%) e Bolzano (+1,5%). Il dato medio nazionale è stato del -34,9%. Sul fronte dei depositi, sempre nei 13 anni presi in considerazione, il Nordest è la macro area che ha subito l'incremento più importante nei depositi delle aziende (+178%). La provincia con più depositi è Cremona (+298,3%). Seguono Bolzano (+281,6%), Enna (+278,9%), Salerno (+270%) e Potenza (257,7%. L'unica provincia d'Italia che ha visto diminuire i risparmi è stata Siena con il -20,1%. L'altra faccia della medaglia, puntualizza la Cgia, riguarda molte micro imprese, per le quali alla contrazione dei prestiti non è seguita alcuna forma di autofinanziamento bensì un progressivo deterioramento economico/finanziario, che le potrebbe aver fatte scivolare nell'"area grigia" dell'insolvenza o, peggio ancora, a rivolgersi al mercato del credito illegale.
A.Schmit--LiLuX