

Vendite a rate ingannevoli di auto, al via processo finale in Gb
Condanna di 2 banche potrebbe innescare mega corsa a indennizzi
Si è aperto di fronte alla Corte Suprema britannica, ultimo e definitivo grado di giudizio del Regno Unito, l'esame del ricorso sulla classa action intentata da un gruppo di consumatori contro due banche nell'ambito di una vicenda di presunti contratti ingannevoli per l'acquisto a rate di veicoli: vicenda potenzialmente esemplare in grado d'innescare una gigantesca ondata di richieste d'indennizzi, per un totale ipotetico di miliardi di sterline contro svariati istituti finanziari. Il caso odierno riguarda l'istituto di credito FirstRand Bank, con base in Sudafrica, e la banca britannica Close Brothers, chiamati in causa su tre dossier: in relazione a presunte clausole contrattuali nascoste sul prezzo finale della vettura, su costi pagati in modo ignaro e su una commissione retrodatata garantita dalle banche ai concessionari di auto per indurli a spingere i clienti all'acquisto a credito. Accuse che i difensori dei due istituti respingono, sostenendo che tali clausole potevano sfuggire solo "a consumatori finanziariamente poco avvertiti"; ma che per alcuni denuncianti hanno avuto un impatto fino a un terzo superiore rispetto al prezzo fissato "in chiaro". Il tipo di contratto in questione - con commissioni cosiddette "discrezionali" - è stato vietato nel Regno a partire dal 2021 dalla Fca, organo di sorveglianza e indagine sulla trasparenza dei mercati; ma in caso di conferma della sentenza favorevole ai denuncianti già emessa dalla sezione civile della Corte d'Appello di Londra potrebbe essere contestato anche da tutti coloro che lo sottoscrissero fra il 2017 e il 2021. Milioni di persone che secondo l'associazione di consumatori Which! potrebbero invocare sulla carta risarcimenti collettivi fino a 16 miliardi di sterline; e secondo alcuni analisti addirittura fino a una somma astronomica di 44 miliardi (ben oltre i 50 miliardi di euro).
D.Adrovic--LiLuX