Vermiglio avanza, ecco i rivali da Audiard a Salles
Tra i candidati forti anche l'iraniano Rasoulof dalla Germania
Vermiglio di Maura Delpero scala il box office, con il passaparola guadagna il secondo posto in Italia superando i 600mila euro in due settimane, da 25 copie arriverà a 200 nel weekend. Insomma, questo piccolo delicato film in dialetto della Val di Sole, dopo aver vinto il Leone d'argento Gran Premio della giuria a Venezia 81 sta riempiendo le sale, un bene per il cinema italiano e una forma perfetta di sostegno nella lunga strada internazionale che attende il titolo designato dall'Italia alla selezione per l'Oscar internazionale a Los Angeles il 2 marzo 2025. L'Italia comincia a fare il tifo per Vermiglio. La prima tappa è riuscire ad entrare nella shortlist che sarà annunciata il 17 dicembre. Ci riuscirà? Staremo a vedere, intanto Vermiglio gira il mondo nei festival e cerca di farsi strada, ma come ha detto Delpero c'è il mondo lì fuori con film meravigliosi. Tra i film sfidanti per entrare tra i 15 migliori e poi sperare di andare avanti nella short e poi nella cinquina il 17 gennaio ci sono opere premiate e di grande qualità. Nella prima selezione, secondo le previsioni, entrerà la Francia di Emilia Perez di Jacques Audiard, che ha incantato Cannes uscendo con il Premio della Giuria e il premio per la miglior interpretazione femminile (condiviso da Karla Sofía Gascón, Adriana Paz, Zoe Saldana e Selena Gomez). Il film, un incredibile mix di dramma, musical, storia d'amore, pieno di azione ambientato nel mondo dei Narcos messicani, è appoggiato da Netflix che lo distribuisce nel mercato nordamericano, e punta alle candidature in tutte le categorie, in particolare a quella sull'attrice (Gascón potrebbe diventare la prima attrice trans candidata all'Oscar). E probabilmente entrerà anche il Brasile con I'm Still Here, l'intenso dramma di Walter Salles sulla storia vera di un deputato desaparecidos negli anni '70 della dittatura, l'ex esponente del Partito laburista brasiliano Rubens Paiva e la lotta intensa della vedova Eunice (una fantastica Fernanda Torres) per riconoscere la verità criminale della sparizione. Premiato per la miglior sceneggiatura a Venezia 81, è distribuito in America dalla Sony Pictures Classics. La Germania punta su Il Seme del Fico Sacro del rifugiato iraniano Mohammad Rasoulof, film-manifesto contro il regime di Teheran che lo ha condannato a 8 anni di prigione. Un dramma che ha emozionato Cannes - Premio speciale per la migliore sceneggiatura - per raccontare la violenza e la paranoia della Guardia Rivoluzionaria più forte dei valori della famiglia. L'Argentina si affida a El Jockey di Luis Ortega (in concorso a Venezia) su Remo Manfredini, fantino leggendario quanto autodistruttivo e legato ad un boss mafioso. La Danimarca spera con il dramma in bianco e nero The Girl with the Needle di Magnus von Horn, già in concorso a Cannes 77, storia di Karoline, una giovane operaia incinta abbandonata da tutti, che cerca di uscire dalla povertà nella Copenaghen del dopoguerra ed entra in un giro di adozioni clandestine. Vincitore della migliore regia a Cannes, dal Portogallo chance per Grand Tour di Miguel Gomes ambientato nella Birmania dei primi anni del Novecento, un viaggio in bianco e nero nell'Asia dell'Impero britannico. Il Senegal ha candidato il documentario che ha vinto l'Orso d'oro a Berlino 74, Dahomey di Mati Diop sui tesori reali del Regno del Dahomey saccheggiati dalle truppe coloniali francesi nel 1892 e che stanno per lasciare Parigi per tornare nel loro paese d'origine, il Benin.
J.Kayser--LiLuX