In aumento malattia renale cronica, verso screening nazionale
Colpito almeno il 7% italiani, solo il 10% dei pazienti lo sa
La diffusione della malattia renale cronica nella popolazione italiana è cresciuta, con stime prossime al 7% (rispetto al 10% a livello mondiale), ma potrebbe essere solo la punta di un iceberg perché solo il 10% dei pazienti sa di esserne colpito. È quanto riferito alla luce dei risultati dello studio pilota avviato presso l'AOU Consorziale Policlinico di Bari nel triennio 2021-2024, promosso dalla Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche (FISM), in collaborazione con la Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML) e la Società Italiana di Nefrologia (SIN), e che sarà esteso a livello nazionale, con il coinvolgimento di oltre 20 Aziende Pubbliche del SSN. Il programma di screening è stato fortemente voluto dal Presidente della FISM, Loreto Gesualdo, Ordinario di Nefrologia dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, che spiega, "l'implementazione di questo progetto, nell'ambito della diagnosi precoce e del monitoraggio di malattie renali misconosciute, consentirà di intervenire tempestivamente con azioni correttive mirate (terapia medica e/o modifica degli stili di vita e delle abitudini alimentari), nell'ottica di migliorare la qualità della vita dei pazienti e di ridurre il carico di tali patologie sul SSN.". "L'applicazione su scala nazionale del programma di screening, rivolto ad una fascia di età giovane-adulta può consentire di individuare determinate classi anagrafiche come target per interventi mirati di prevenzione e tutela della salute globale", afferma Giovanna Spatari, Presidente SIML. "Si stima che solo il 10% circa dei pazienti con MRC è consapevole di essere malato ed è seguito dal nefrologo. La malattia renale cronica è asintomatica fino a quando non diviene grave per cui la maggioranza dei pazienti non sa di avere una nefropatia", sostiene Luca De Nicola, Presidente SIN. Il progetto pilota del Policlinico di Bari si è avvalso di un approccio multidisciplinare portando anche alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori, spiega Antonio Sanguedolce, Direttore Generale del Policlinico, e si inserisce nell'ambito delle attività di sorveglianza sanitaria previste ai sensi della normativa giuslavoristica nazionale.
L.Majerus--LiLuX